In riferimento al Decreto I.M. 5 ago 2020 che dà esecutività all’art. 1- c.139 della legge 30 dicembre 2018 n. 145, si vuole progettare ed eseguire la Messa in sicurezza e demolizione di opere abusive che incrementano il rischio idrogeologico, nell’area che segna il limite nord della marina di Casalabate per il Comune di Trepuzzi.
Recentemente, con Decreto del Presidente della Repubblica del 25/6/2020, di rigetto del ricorso proposto avverso la D.D. n. 463/2018 – unitamente al parere del Consiglio di Stato – Sez. Prima del 29/1/2020, richiamato dal citato D.P.R. e che ne costituisce parte integrante, è stata acquisita al patrimonio dello Stato l’area oggetto di intervento.
L’opera di difesa costiera, a zero impatto paesaggistico e che non modifica lo skyline marino costiero di Casalabate, è sicuramente da definirsi come prioritaria in quanto difenderebbe la costa dai processi erosivi incipienti che non accennano a dare segnali di inversione della tendenza evolutiva in atto.
Le barriere soffolte sono indicate nel PRC in quanto evitano una nuova e rapida dispersione dei sedimenti sabbiosi e relativa perdita economica riferita all’investimento.
Nelle attività di progettazione delle opere in oggetto è stato rispettato il principio di non arrecare un danno significativo all’ambiente (DNSH, “Do no significantharm”) incardinato all’articolo 17 del Regolamento (UE) 2020/852.
La presente relazione generale è relativa all’Intervento “B”: Interventi di difesa costiera e riqualificazione del litorale nord nella Marina di Casalabate attraverso la realizzazione di barriera sommersa”, avente la massima priorità e facente parte di un più ampio intervento di progetto, sommatoria coordinata e funzionale degli interventi “A” – “B” – “C”, finanziati con Decreto del Ministero dell’Interno del 23 febbraio 2021 in rif. alla Legge n.145 del 30.12.12018, art.1 c.139.
Esso si colloca all’interno del quadro generale definito dal suddetto Decreto all’interno del quale gli “Interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico” ammissibili sono:
a) di tipo preventivo nelle aree che presentano elevato rischio di frana o idraulico, attestato dal competente personale tecnico dell’ente o di altre istituzioni anche sulla base dei dati Ispra per la riduzione del rischio e l’aumento della resilienza del territorio;
b) di ripristino delle strutture e delle infrastrutture danneggiate a seguito di calamità naturali, nonché di aumento del livello di resilienza dal rischio idraulico o di frana.
In precedenza il decreto del Ministero dell’interno del 5 agosto 2020, all’articolo 2, ha definito le tipologie di intervento prevedendo il seguente ordine di priorità:
a) messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico;
b) investimenti di messa in sicurezza di strade, ponti e viadotti;
c) investimenti di messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli edifici, con precedenza per gli edifici scolastici, e di altre strutture di proprietà dell’ente.
Fig. 1 – Marina di Casalabate (Trepuzzi): tratto iniziale del lungomare sud, in aderenza all’edificio storico della ex GdF ed alla sede della Lega Navale Italiana; l’area è stata recentemente acquisita al patrimonio dello stato.
Fig. 2 – Tratto a falesia, esterno all’area di intervento a 100 m nord, rappresentativo della c.d. “costa alta”, loc.tà lungomare nord di Casalabate (Squinzano), tratto sud in aderenza ad un edificio di ristorazione (chiosco Drive In); le problematiche evidenziate hanno i presupposti del PG3 – PAI
Fig. 4 – Rilievo aerofotogrammetrico, volo A.M. 1947, da cui è stato estratto l’IGM F. 204 III N.E. “Masseria la Badessa – Marina di Casalabate, settore sud: il tratto litorale oggetto di “Intervento di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico”, progetti A – B – C oggetto di omogeneizzazione e ricucitura in un progetto generale di restauro ambientale e riqualificazione del litorale
Fig. 5 – CTR 1: 2000 – Il tratto di intervento deve ricostruire il margine costiero completamente eroso mediante una scogliera radente nel tratto “A”, di larghezza 8-10 m; il restauro – riqualificazione del tratto a scogliera calcarenitica nel tratto “B”, mediante il rinforzo del fronte mare con scogliera radente 3- 5 m
Fig. 6 – Carta idrogeomorfologica della Regione Puglia e localizzazione area di intervento; margine costiero rigido da strutture antropiche impostate su cordoni dunali e/o sedimenti sabbiosi di spiaggia emersa; substrato calcarenitico a “carpari” passante latero-verticalmente a “panchina” plio-pleistocenica.
Fig. 7 – Area acquisita al patrimonio dello stato e ricadente sul demanio marittimo, oggetto della proposta di intervento di demolizione delle opere abusive; queste ultime amplificano gli effetti del dissesto idrogeologico, con un effetto riflettente sulla spiaggia emersa antistante, praticamente scomparsa
Sono descritti i caratteri generali della fascia costiera e dell’intervento proposto al fine della salvaguardia integrata di questa porzione strategica di territorio comunale.
Il fenomeno di dissesto censito si colloca nel tratto costiero del comune di Trepuzzi, nella marina di Casalabate (sud) ed è rappresentato da numerosi focus erosivi censiti (circa 12) da media intensità ad alta intensità, in rapporto al grado di dissesto geologico e di Pericolosità Geomorfologica (PG) che hanno generato.
Tali dissesti caratterizzano questo tratto litorale di Trepuzzi sino al confine nord con il lungomare nord (c.d. “ bar Valentino”, piazza Lecce), dove corre il limite amm.vo con la marina di Squinzano (LE), mentre a sud i citati dissesti interessano il territorio costiero del comune di Trepuzzi, già oggetto di interventi di messa in sicurezza a partire dalla fine degli anni 90 per sprofondamenti del sottosuolo (sink-hole, area ex “Bar del Sole”, o aree contigue a piazzetta “Padre Pio” (epicentro dissesto), raggio ca. 150 m.
La spiaggia nel tratto costiero di Trepuzzi è soggetta a vistosi fenomeni di arretramento, dovuti sia a fenomeni naturali (variazioni climatiche) che a standard di urbanizzazione non conformi.
Le pocket-beach sabbiose sottese alle falcature che caratterizzano questo tratto costiero, sono erose al punto tale che le spiaggette sabbiose sono arretrate fino a essere praticamente scomparse. Altresì i cordoni dunali a tergo subiscono pesanti arretramenti dovuti all’incidenza diretta del moto ondoso, che li sta progressivamente smantellando.
Nell’area oggetto della proposta di intervento la linea di riva è divenuta dapprima tangente agli edifici e, progressivamente con le continue mareggiate, la linea di riva ha oramai scalzato la base delle stesse, posizionandosi praticamente all’interno del sottosuolo al di sotto del piano di sedime; quest’ultimo, è stato interessato progressivamente da dissesti più o meno profondi, tamponati via via con muri verticali in cls a. e massi in conglomerato cementizio posizionati all’esterno degli edifici fronte-mare.
I continui riempimenti, colmate e ripristini, sono eseguiti con la sola logica della tamponatura e dell’emergenza, hanno pertanto una durata limitata nel tempo.
Fig. 8 – Interventi di progetto
La fascia costiera di intervento è riportata nell’IGMI 1948 e nella CTR di cui alle tavole di inquadramento urbanistico – territoriale.
Il tratto litorale oggetto di intervento è tra i due toponimi IGM “C. l’Abate” dove si ubica l’ex edificio della GdF a nord, e “Posto dei Trepuzzini” dove si sviluppa il cordone dunale a sud.
Le tavole stralcio del PPTR, in allegato alla presente relazione, definiscono il regime di interferenza – della proposta di intervento – con il paesaggio e le sue componenti. La relazione paesaggistica definirà nel dettaglio le caratteristiche del paesaggio e le interferenze del presente “Progetto di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico” con lo stesso.
Le criticità erosive del tratto litorale
I rischi sono connessi agli incipienti processi erosivi attivi lungo il litorale di Casalabate senza soluzione di continuità, sia esso caratterizzato da sedimenti sabbiosi, ciottolosi, o rocciosi;
ovviamente la costa di Casalabate ha indice di resilienza al processo erosivo variabile funzione dei litotipi affioranti, crescente dai litotipi incoerenti a quelli rocciosi. In quest’ultimi, se affioranti in falesia a picco sul mare, si registrano focus erosivi mediante l’ampliamento delle cavità formatesi all’interno della parete a falesia, che rapidamente evolvono – morfologicamente – nella probabilità di collasso dell’ammasso roccioso, coinvolgendo anche altri settori costieri prossimi e/o contigui ove si ubicano sia strutture che infrastrutture. Nel nostro specifico caso trattasi di erosione della spiaggia emersa e sommersa, oltre al cordone dunale laddove presente, causata da fattori naturali e antropici, laddove quest’ultimi hanno determinato il valore aggiunto (negativo) nell’amplificazione dei processi erosivi, praticamente senza soluzione di continuità lungo tutto il tratto litorale da nord a sud.
A mero titolo informativo, connessa al rischio idrogeologico R = P*E*V, si riportano i dissesti censiti 100 m a nord, esterni all’area propria di intervento, non ricadenti nel territorio amministrativo del comune di Trepuzzi.
Adiacenze della Lega Navale, Chiosco “Drive In”: tratto del lungomare nord a falesia, laddove si sono registrati diversi dissesti negli ultimi anni, causati dai processi erosivi che hanno fatto arretrare la pocket beach sabbiosa fino a intercettare la base del rilevato stradale del lungomare, progressivamente scalzandolo al piede così determinando ripetuti crolli e franamenti.
Fig. 9.1 – 9.2 – Dissesti per scalzamento al piede e crollo derivante da incipiente arretramento della pocket beach sabbioso – ciottolosa in località lungomare nord di Casalabate.
Fig. 9.3 – 9.4 – In prossimità della Lega Navale Italiana, in adiacenza al chiosco Drive-in, il cedimento del marciapiede e, in parte, del rilevato stradale del lungomare di Casalabate (Squinzano). Il dissesto geomorfologico di livello medio-alto manifestatosi nell’aprile 2012 dopo una intensa mareggiata, interessando sia strutture che infrastrutture. Il dissesto, generatosi nuovamente nel gennaio 2017, determinò un nuovo collasso del rilevato stradale e del muro lungomare.
Fig. 10.1 – 10.2 – Edifici acquisiti al patrimonio dello stato sprovvisti di concessione demaniale ed abusivi, che amplificano i processi erosivi in quanto hanno irrigidito il margine costiero; strutture riflettenti, approfondiscono la spiaggia sommersa ed erodono i residui sedimenti della spiaggia emersa. Visibile il muro in cls da 6.5 t abbattuto e trasportato per 2 m dall’energia ondosa della mareggiata (feb. 2021). Nell’immediato, 1^ fase, è prevista una scogliera radente
Fig. 10.3 – 10.4 – Edificio della ex 2^ rotonda (poi ex Abatheus), affacciante in acqua; a dx il limite sud degli edifici fatiscenti oggetto di demolizione e in aderenza all’ex 2^ rotonda, laddove ha inizio la scogliera calcarenitica, resiliente rispetto alle spiagge sabbiose erose da nord a sud, ma anch’essa in erosione e sottoposta a pesanti processi di disarticolazione dell’ammasso roccioso. È il tratto costiero più fragile, completamente sprovvisto di elementi di difesa o riequilibrio naturali. Evidente il limite della berma di tempesta, a ridosso degli edifici (accumulo ciottoli), a testimonianza della intensità delle mareggiate
Fig. 11.1 – 11.2 – vista a sud della ex 1^ rotonda sugli edifici noti come ex camerini “Stippelli”, fatiscenti e amplificanti i processi erosivi.
Vista a nord con il parapetto da 6.5 ton crollato e preso in carico dell’energia ondosa e della mareggiata del feb 2021, trasportato a ca. 2 m di distanza dal limite di distacco.
Fig. 11.3 – 11.4 – il lato nord affacciante su via Squinzano, dove ha inizio l’intervento generale di “Messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico”. Il tratto che va dall’ex GdF ai camerini sarà anch’esso protetto in continuum con le scogliere radenti, raccordandosi lungo costa con la linea degli edifici
Il litorale di Casalabate afferente al Comune di Trepuzzi, non muterà nel suo aspetto generale, nei suoi contenuti, nelle sue funzioni, nella sua valenza storica.
Resteranno pertanto inalterati i suoi valori storici, le sue valenze paesaggistiche, le sue peculiarità ambientali; il litorale oggetto di intervento verrà esclusivamente restaurato paesaggisticamente dalle opere di progetto e riqualificato ambientalmente.
Sostanzialmente, gli interventi permetteranno il ritorno al paesaggio degli anni 60 – 70, laddove l’arenile era esteso per ca. 30 m oltre l’attuale linea di riva, soggetta a pesanti arretramenti negli ultimi 50 anni, sia a causa delle variazioni climatiche che della non conforme urbanizzazione.
L’intervento di difesa integrato, a. scogliera radente – b. ripascimento protetto – c. scogliera soffolta, permetterà la salvaguardia della fascia litorale senza che la stessa subisca impatti ambientali e paesaggistici e contestualmente la realizzazione della Piazza del Mare e la Strada Piazza che va da Via Squinzano e la Via dei Mitili. Lo sky-line è di fatto modificata in positivo, liberando in direzione mare il campo visivo attualmente chiuso dagli edifici abusivi e, restituendo un paesaggio marino costiero aperto e libero. Gli edifici sono per la maggior parte fatiscenti, peraltro ubicandosi all’interno della dividente demaniale; non hanno titolo edilizio, così come non riferisce ad alcuna concessione demaniale l’area occupata dagli immobili. La loro definitiva demolizione restituirà un nuovo e libero campo di visuale marino costiero che sarà oggetto di riqualificazione e rigenerazione ai fini della restituzione agli usi legittimi e del godimento pubblico.
Il litorale sarà nuovamente accessibile e fruibile da nord a sud senza soluzione di continuità grazie alla scogliera radente in massi naturali calcarei ed alle pedane di camminamento; la scogliera radente può riferire a tecniche di realizzazione e materiali idonei e predisposti al transito dei pedoni praticamente su un piano continuo; altresì è predisposta al transito delle persone con disabilità grazie alla previsione di passerelle, pedane di accesso e punti di stazionamento.
La protezione al piede del ripascimento si attuerà mediante una scogliera soffolta messa a chiusura delle sabbie di ripascimento (c.d. ripascimento protetto al piede)
Questo permetterà nuovamente la fruizione in sicurezza di tutta l’area costiera da nord a sud del tratto oggetto del presente progetto di “Messa in sicurezza e riqualificazione”
La coerenza dell’intervento di recupero con i valori storici, ambientali e paesaggistici del sito – verrà così pienamente ripristinata; il paesaggio e l’ambiente marino costiero di Casalabate hanno subito una pesante aggressione antropica dagli anni 60 alla fine degli anni 90.
Un quarantennio senza regole urbanistiche, con edifici nati in zone di elevato pregio paesaggistico e ambientale senza alcun controllo tecnico e amm.vo; una urbanizzazione al di fuori di ogni norma e legge e, spesso, anche lontana dalla logica di base allorquando, pur di edificare una seconda casa al mare, si sceglieva come piano di sedime una palude, una duna o l’alveo di un corso d’acqua temporaneo.
La coerenza dell’intervento proposto con i valori storici, ambientali e paesaggistici dell’area oggetto di intervento è così pienamente soddisfatta e in linea ai principi e regole del PPTR Puglia
Nell’ambito della presente progettazione definitiva, gli interventi di cui agli SFTE sono stati suddivisi secondo uno schema funzionale differente che prevede il seguente ordine temporale:
Intervento B: realizzazione al largo di una barriera sommersa in massi naturali con la funzione di attenuare il moto ondoso incidente il tratto di costa in esame;
Intervento C: realizzazione di una barriera radente in massi naturali lungo il tratto di litorale in esame, e successivo intervento di ripascimento in sabbia nelle aree immediatamente antistanti, con la funzione di proteggere il piede dei manufatti antropici esistenti.
Si rappresenta che, benché riportate nell’ambito di progettazioni separate (“Intervento B” e “Intervento C”), le suddette opere risultano compatibili tra loro e complementari.
Sebbene la realizzazione della barriera radente e del ripascimento costituiscano già un’adeguata protezione del litorale, la preliminare realizzazione della barriera sommersa consentirà infatti di garantire le condizioni meteomarine ottimali durante le attività di cantiere relative alla realizzazione delle successive opere a terra. La presenza della barriera sommersa, inoltre, garantirà una maggiore durabilità nel tempo dei volumi di sedimenti ricarica di cui è previsto lo sversamento lungo il tratto di costa di intervento.
La presente progettazione è stata redatta in conformità alle previsioni progettuali dei suddetti SFTE che prevedono in sintesi le seguenti attività:
- realizzazione di una scogliera radente lungo il fronte mare prospiciente il litorale nord del territoriale comunale di Trepuzzi al fine di mitigare l’energia del moto ondoso incidente;
- intervento di ripascimento del tratto di costa antistante la nuova opera di difesa costiera al fine di ripristinare la spiaggia presente fino agli anni ’80 del XX secolo;
- realizzazione al largo di una barriera frangiflutti sommersa a protezione del ripascimento.