PROGETTO DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA DELLE STRADE AFFERENTI IL CENTRO CITTADINO
Via Caracciolo – C.so Vittime di Via Fani – C.so Roma – Via Marconi – Via Libertà – Via Rutigliano – Piazza Risorgimento
Cellamare è un piccolo Comune italiano della Città Metropolitana di Bari in Puglia che conta una popolazione residente di 5.792, suddivisa in 2.841 maschi e 2.951 femmine (dati del Piano di Zona 2017/2020).
Il territorio del Comune di Cellamare ha una superficie di 5,91 km2 ed una densità abitativa di 980,03 ab/km2 (densità intermedia).
Il centro abitato è 12 km a sud-est della città di Bari.
Dal punto di vista economico, Cellamare, presenta pochi servizi e non sempre questi riescono a soddisfare integralmente la popolazione, poiché esigui o mancanti.
Il piccolo borgo storico è un suggestivo intreccio di vie e vicoli nei quali si alternano antiche abitazioni in pietra viva scialbati con calce viva.
Ad impreziosire questo antico contesto è il vecchio Castello Baronale Caracciolo trasformato, in un secondo momento, in una residenza gentilizia.
A sud-est si accede nel centro storico dalla Porta della Terra, un arco che, attraversando le mura medievali, conduce in piazza Don Bosco, lì dove si affacciano la Chiesa Matrice di Santa Maria Annunziata e la Torre dell’Orologio pubblico del 1925.
La popolazione del Centro è prevalentemente anziana ed alloggia in abitazioni i cui vani sono disposti su due livelli collegati da scale interne.
Attualmente, però, si sta assistendo ad un cambio generazionale degli abitanti del Centro antico in quanto molte piccole abitazioni, messe in vendita o in fitto, vengono prese da giovani coppie con minori.
La piazza è “il cuore” del paese dove si ritrovano ragazzini che, già durante le prime ore del pomeriggio, si riuniscono per giocare e trascorrere del tempo.
Il luogo, pertanto, è meta di giovani di varie età che popolano, dal pomeriggio e sino alle prime ore della notte, le piccole strade del Centro che, per la loro conformazione, si addicono per lo svolgimento di attività illecite.
All’interno del Centro Storico, l’Amministrazione comunale ha sostenuto la presenza di social-net mettendo a disposizione dei locali di proprietà comunali.
Tanto perché si è voluto investire sulle realtà associative locali facenti parte della rete sociale per il potenziamento della Comunità e la prevenzione delle situazioni di emarginazione e di disagio.
L’intervento in oggetto rientra tra gli “Interventi di manutenzione per il riuso e la rifunzionalizzazione ecosostenibile di aree pubbliche e di strutture edilizie pubbliche esistenti per finalità di interesse pubblico” per l’attuazione della linea progettuale “Piani Integrati, BEI, Fondo dei fondi – M5C2 – Intervento 2.2 b)” del PNRR, ex D.L. 152/2021, convertito in legge n.233/2021.
Esso si colloca nel comune di Cellamare (BA) e, nello specifico, interessa Via Caracciolo, C.So Vittime di Via Fani, C.So Roma, Via Marconi, Via Libertà, Via Rutigliano e Piazza Risorgimento. Un elemento di rilievo è l’utilizzo di una sala del Castello in “Centro Informazioni Turistiche”, un INFO POINT a servizio della comunità e dei visitatori che arrivano a Cellamare, l’ufficio sarà totalmente integrato con la Rete regionale degli Uffici Info-point turistici, una rete integrata e multilivello, in diretta connessione con l’Agenzia Pugliapromozione e tutte le aree turisticamente rilevanti della Regione Puglia.
Il Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Regolamento UE 241/2021) stabilisce che tutte le misure dei Piani nazionali per la ripresa e resilienza (PNRR) debbano soddisfare il principio di “non arrecare danno significativo agli obiettivi ambientali”. Tale vincolo si traduce in una valutazione di conformità degli interventi al principio del “Do No Significant Harm” (DNSH), con riferimento al sistema di tassonomia delle attività ecosostenibili indicato all’articolo 17 del Regolamento (UE) 2020/852.
Il principio DNSH, declinato sui sei obiettivi ambientali definiti nell’ambito del sistema di tassonomia delle attività ecosostenibili, ha lo scopo di valutare se una misura possa o meno arrecare un danno ai sei obiettivi ambientali individuati nell’accordo di Parigi (Green Deal europeo)1. In particolare, un’attività economica arreca un danno significativo:
– alla mitigazione dei cambiamenti climatici, se porta a significative emissioni di gas serra (GHG);
– all’adattamento ai cambiamenti climatici, se determina un maggiore impatto negativo del clima attuale e futuro, sull’attività stessa o sulle persone, sulla natura o sui beni;
– all’uso sostenibile o alla protezione delle risorse idriche e marine, se è dannosa per il buono stato dei corpi idrici (superficiali, sotterranei o marini) determinandone il loro deterioramento qualitativo o la riduzione del potenziale ecologico;
– all’economia circolare, inclusa la prevenzione, il riutilizzo ed il riciclaggio dei rifiuti, se porta a significative inefficienze nell’utilizzo di materiali recuperati o riciclati, ad incrementi nell’uso diretto o indiretto di risorse naturali, all’incremento significativo di rifiuti, al loro incenerimento o smaltimento, causando danni ambientali significativi a lungo termine;
– alla prevenzione e riduzione dell’inquinamento, se determina un aumento delle emissioni di inquinanti nell’aria, nell’acqua o nel suolo;
– alla protezione e al ripristino di biodiversità e degli ecosistemi, se è dannosa per le buone condizioni e resilienza degli ecosistemi o per lo stato di conservazione degli habitat e delle specie, comprese quelle di interesse per l’Unione europea.
Il Regolamento e gli Atti delegati della Commissione del 4 giugno 2021 descrivono i criteri generali affinché ogni singola attività economica non determini un “danno significativo”, contribuendo quindiagli obiettivi di mitigazione, adattamento e riduzione degli impatti e dei rischi ambientali; ovvero per ogni attività economica sono state raccolti i criteri cosiddetti DNSH.
In base a queste disposizioni gli investimenti e le riforme del PNRR non devono, per esempio:
- produrre significative emissioni di gas ad effetto serra, tali da non permettere il contenimento dell’innalzamento delle temperature di 1,5 C° fino al 2030. Sono pertanto escluse iniziative connesse con l’utilizzo di fonti fossili;
- essere esposte agli eventuali rischi indotti dal cambiamento del Clima, quali ad es. innalzamento dei mari, siccità, alluvioni, esondazioni dei fiumi, nevicate abnormi;
- compromettere lo stato qualitativo delle risorse idriche con una indebita pressione sulla risorsa;
- utilizzare in maniera inefficiente materiali e risorse naturali e produrre rifiuti pericolosi per i quali non è possibile il recupero;
- introdurre sostanze pericolose, quali ad es. quelle elencate nell’Authorization List del Regolamento Reach;
- compromettere i siti ricadenti nella rete Natura 2000.
Oltre al principio generale secondo il quale tutti gli interventi del PNRR devono rispettare il DNSH, almeno il 37% delle risorse complessive del Piano sono destinate alla transizione verde e alla mitigazione dei cambiamenti climatici, compresa la biodiversità, come definito dall’obiettivo ambientale cd. tagging climatico. Le misure che contribuiscono all’obiettivo ambientale sono individuate sulla base di una classificazione dei campi di intervento definita nell’ambito del Dispositivo per la ripresa e resilienza. A ciascun campo d’intervento è associato un coefficiente di
sostegno pari a 0%, 40% o 100%. Le misure con coefficiente di sostegno pari al 100% dovranno ulteriormente dimostrare il loro contribuito all’obiettivo ambientale tramite elementi di verifica più cogenti.
In sostanza, per assicurare il rispetto dei vincoli DSNH in fase di attuazione è opportuno che le amministrazioni titolari di misure e i soggetti attuatori:
– indirizzino, a monte del processo, gli interventi in maniera che essi siano conformi inserendo gli opportuni richiami e indicazioni specifiche nell’ambito degli atti programmatici di propria competenza, tramite per esempio l’adozione di liste di esclusione e/o criteri di selezione utili negli avvisi per il finanziamento di progetti;
– adottino criteri conformi nelle gare di appalto per assicurare una progettazione e realizzazione adeguata;
– raccolgano le informazioni necessarie per la rendicontazione di ogni singola milestone e target il rispetto delle condizioni collegate al principio del DSNH e definiscano la documentazione necessaria per eventuali controlli.
L’intervento in oggetto rientra tra gli “Interventi di manutenzione per il riuso e la rifunzionalizzazione ecosostenibile di aree pubbliche e di strutture edilizie pubbliche esistenti per finalità di interesse pubblico” per l’attuazione della linea progettuale “Piani Integrati, BEI, Fondo dei fondi – M5C2 – Intervento 2.2 b)” del PNRR, ex D.L. 152/2021, convertito in legge n.233/2021.
L’intervento in oggetto si pone in linea con il principio Do No Significant Harm (DNSH) “Non arrecare danno significativo agli obiettivi ambientali”, con riferimento al sistema di tassonomia delle attività ecosostenibili indicato all’articolo 17 del Regolamento (UE) 2020/852.
Il principio DNSH, declinato sui sei obiettivi ambientali, definiti nell’ambito del sistema di tassonomia delle attività ecosostenibili, ha lo scopo di valutare se una misura possa o meno arrecare un danno ai sei obiettivi ambientali individuati nell’accordo di Parigi (Green Deal europeo).
Di seguito si analizza l’intervento in oggetto, con riferimento ai sei criteri individuati nell’ambito del DNSH.
1. Mitigazione dei cambiamenti climatici.
L’intervento è in linea con il principio di mitigazione dei cambiamenti climatici, in quanto non comporta emissioni di gas serra (GHG).
2. Adattamento ai cambiamenti climatici.
L’intervento è in linea con il principio di adattamento ai cambiamenti climatici, in quanto non determina alcun impatto negativo sul clima attuale e futuro, sull’attività stessa o sulle persone, sulla natura o sui beni.
3. Uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine.
L’intervento è in linea con il principio di uso sostenibile e protezione delle risorse idriche e marine, in quanto non risulta dannoso per il buono stato dei corpi idrici (superficiali, sotterranei o marini), non comportandone alcun deterioramento qualitativo, né riduzione del potenziale ecologico.
4. Transizione verso l’economia circolare, con riferimento anche a riduzione e riciclo dei rifiuti.
L’intervento è in linea con il principio di transizione all’economia circolare, inclusa la prevenzione, il riutilizzo ed il riciclaggio dei rifiuti, in quanto non comporta inefficienze nell’utilizzo di materiali recuperati o riciclati o incrementi nell’uso diretto o indiretto di risorse naturali. Il suddetto intervento non comporta, inoltre, una produzione di rifiuti tale da causare danni ambientali connessi al loro incenerimento o smaltimento.
5. Prevenzione e riduzione dell’inquinamento dell’aria, dell’acqua o del suolo.
L’intervento è in linea con il principio di prevenzione e riduzione dell’inquinamento, in quanto non determina un aumento delle emissioni di inquinanti nell’aria, nell’acqua o nel suolo.
6. Protezione e ripristino della biodiversità e della salute degli eco-sistemi.
L’intervento è in linea con il principio di protezione e di ripristino della biodiversità e degli ecosistemi, in quanto non compromette in alcun modo le condizioni degli ecosistemi o lo stato di conservazione degli habitat e delle specie, comprese quelle di interesse per l’Unione Europea.
Obiettivo dell’infrastruttura progettata è quello di riqualificare un’area nevralgica del territorio del comune di Cellamare, punto di snodo tra le più importanti arterie della viabilità cittadina, assi storici di accesso alla città e di collegamento con i comuni limitrofi.
L’area di intervento è classificata come città consolidata dal Piano Paesaggistico Territoriale Regionale (UCP-Componenti culturali e insediative), si snoda intorno al centro storico ed è interessata dalla presenza di diversi luoghi di interesse pubblico e comunitario come il polo scolastico dell’Istituto Comprensivo Statale “Nicola Ronchi”.
Come si può già percepire dalla planimetria precedente le suddette strade convogliano il 90% del traffico verso il centro urbano, l’attuale sede stradale è totalmente priva dei contemporanei sistemi sia di regolarizzazione del traffico che della possibilità di parcheggiare le auto in stalli univocamente determinati.
A questo si aggiungono gravi condizioni di usura del manto stradale e la frammentazione dei marciapiedi. Le strade oggetto di intervento, infatti, hanno marciapiedi stretti, discontinui e privi di rampe per diversamente abili.
Questo determina condizioni di sicurezza precaria e scarsa accessibilità per le utenze deboli.
Il progetto prevede in primo luogo l’adeguamento delle sezioni stradali al fine di massimizzare la fruibilità e l’accessibilità dei percorsi nonché la sicurezza da parte degli utenti (automobilisti e pedoni). Allo stato attuale infatti non è assicurata la corretta percorribilità dei marciapiedi, in quanto alcuni tratti risultano essere eccessivamente stretti tali da costringere il pedone a camminare lungo la carreggiata stradale. L’intento è quello di dare continuità ai percorsi pedonali, regolarizzando e potenziando, laddove possibile, la larghezza dei marciapiedi e creando nuove aree per la sosta.
Il progetto vuole garantire qualità ai tratti pedonali, attualmente costituiti da marciapiedi disconnessi e pericolanti. L’intervento si completa quindi con il rifacimento della pavimentazione (strato di usura – tappeto stradale, pavimentazione dei marciapiedi in marmette di cemento) con l’utilizzo di materiali aventi capacità drenante ed ecocompatibili. Inoltre sarà realizzata un’adeguata segnaletica verticale ed orizzontale per tutta la lunghezza del percorso.
Tutti gli elementi pavimentali lapidei preesistenti, compresi i marciapiedi e le zanelle disposte ai margini stradali, saranno preservati, attraverso la temporanea rimozione, previa numerazione, adoperando la massima cautela, al fine del successivo riposizionamento, che sarà eseguito nel rispetto della tessitura originaria. Tale riposizionamento sarà eseguito impiegando malte a base calce, poste in leggero sottosquadro rispetto al bordo dell’elemento pavimentale.
Oltre alla realizzazione di marciapiedi più larghi e sicuri, l’intervento prevede anche la creazione di nuovi spazi completamente pedonali in cui la collettività può incontrarsi, socializzare e svolgere nuove funzioni, tra cui le due piazze antistanti le scuole elementari S. Giovanni Bosco e N. Ronchi.
Il progetto prevede inoltre la riqualificazione dell’antica piazza Aldo Moro, in prossimità dell’accesso al borgo antico, che diventa elemento catalizzatore della città e spazio di incontro e socializzazione per i cittadini. Attualmente questa presenta una pavimentazione lapidea risalente agli anni ’80, molti elementi risultano sconnessi, con pericolo d’inciampo e avvallamenti che provocano ristagno dell’acqua meteorica. Il progetto prevede il rifacimento della pavimentazione che perimetra l’intero centro storico, attraverso l’utilizzo di pavimentazione in pietra locale, il recupero delle pavimentazioni in basole di pietra che caratterizzano l’accesso alla città vecchia attraverso l’arco che conduce a piazza San Giovanni Bosco, queste saranno temporaneamente rimosse previa numerazione di tutti gli elementi, eseguita con la massima cautela, in vista del successivo riposizionamento e l’inserimento di nuovi elementi del tutto simili agli esistenti, da eseguirsi nel rispetto della tessitura originaria. La posa in opera sarà eseguita sia per le basole esistenti che per quelle di nuova fornitura, impiegando malte a base calce, poste in leggero sottosquadro rispetto al bordo dell’elemento pavimentale.
Gli elementi pavimentali lapidei esistenti disposti ai margini stradali di Via Libertà, Piazza A. Moro e Corso Roma e la fascia lapidea presente all’incrocio fra Via Caracciolo e Via Libertà, vengono temporaneamente rimossi, previa numerazione di tutti gli elementi, eseguita con la massima cautela, in vista del successivo riposizionamento e l’inserimento di nuovi elementi del tutto simili agli esistenti, da eseguirsi nel rispetto della tessitura originaria. La posa in opera sarà eseguita sia per le basole esistenti che per quelle di nuova fornitura, impiegando malte a base calce, poste in leggero sottosquadro rispetto al bordo dell’elemento pavimentale. Vengono inoltre eliminati tutti i parcheggi antistanti la nuova piazza, garantendo omogeneità alla composizione.
L’intervento mira alla creazione di uno spazio unitario e continuo, arredato da, panchine e corpi illuminanti, e l’inserimento di nuove alberature lungo via Caracciolo, via Libertà e a margine della piazza Aldo Moro. L’intervento sulla piazza Aldo Moro prevede l’eliminazione delle piante malate e l’integrazione con nuove alberature in tutto simili a quelle rimosse.
La piazza Aldo Moro pertanto viene integralmente riqualificata, dandone il carattere tipico delle Città mediterranee, con al centro il Monumento ai Caduti che viene anch’esso valorizzato. I margini della piazza vengono ampliati e regolarizzati, a vantaggio dei fruitori di questo spazio, eliminati i posti auto che attualmente la sovrastano e garantita l’accessibilità ai diversamente abili.
L’abbattimento delle barriere architettoniche sarà garantito su tutte le aree di intervento, mediante l’inserimento di attraversamenti pedonali e rampe a cadenza costante opportunamente individuate mediante la segnaletica verticale e orizzontale che agevolano il flusso al pedone con disabilità motorie, visive e uditive. Inoltre, l’opportuno dimensionamento degli stalli riservati ai portatori di handicap e la disposizione degli stessi vicino agli accessi pedonali massimizza l’accessibilità e la fruibilità degli spazi alle utenze deboli.
In parallelo, l’intervento diventa occasione per riqualificare l’intera area e regolarizzare il traffico stradale e gli spazi per la sosta degli autoveicoli; i parcheggi, che attualmente occupano tratti della corsia stradale, vengono inglobati in un sistema regolare attraverso rientranze nel marciapiede, agendo nell’ottica di una completa ottimizzazione degli spazi e per garantire una perfetta visibilità dei fronti che compongono lo skyline del borgo antico.
Il progetto in generale non prevede l’esecuzione di opere di scavo, e per tanto lo stesso non è soggetto alla disciplina della verifica preventiva dell’interesse archeologico di cui all’art. 25 del D.L.gs. n. 52/2004 e ss.mm.ii.
Ad una scala più ampia, l’intervento si propone di riconnettere gli spazi aperti urbani e periurbani, consentendo di elevare la qualità ambientale ed ecologica delle aree pubbliche periferiche e centrali, di migliorare la transizione tra il paesaggio urbano e quello della campagna aperta, contribuendo in tal modo all’attuazione dello scenario strategico “Patto città/campagna” del Piano Paesaggistico Territoriale.
Il progetto, assumendo come prioritaria la salvaguardia degli aspetti paesaggistici e territoriali, si propone di fornire alle strade oggetto di riqualificazione la connotazione di “corridoi ecologici” attraverso la dotazione e l’incremento di nuove alberature, mantenendo così un mix urbano ed ambientale mediante la valorizzazione degli spazi pubblici, la riqualificazione dei margini e l’idea di creazione di un paesaggio di relazione tra ambiente e contesto urbano.
La piantumazione di alberature stradali che interesserà in particolar modo Via Caracciolo oltre che elevare la qualità paesaggistica della strada ne renderà visivamente riconoscibile il carattere di assialità.
Obiettivo primario è dunque quello di riconnettere tutti gli spazi pubblici e le poche aree verdi cittadine muovendosi all’interno del centro urbano come veicolo di riqualificazione urbana e paesaggistica a favore della riprogettazione dello spazio aperto e pubblico ponendo particolare attenzione all’utilizzo dei materiali urbani, del verde, delle percorrenze e del contenimento del consumo di suolo.
La progettazione degli interventi in oggetto si fonda, come anticipato, su un approccio ecosostenibile che prevede:
– l’utilizzo di materiali eco-compatibili con il contesto;
– la rispondenza ai criteri Ambientali Minimi (CAM);
– l’applicazione dei principi di sostenibilità e bioclimatica;
– la minimizzazione dell’impatto ambientale;
– la valorizzazione delle aree pubbliche attraverso il recupero e il riuso di testimonianze architettoniche significative e non, in quanto connesse e funzionali alla proposta di programma di rigenerazione;
– l’analisi del ciclo di vita dei prodotti (LCA ? Life CycleAssessment) e calcolo dell’Energia Grigia (per valutare l’ammontare totale dell’energia utilizzata nel corso dell’intera vita del prodotto: estrazione delle materie prime, trasporto, trasformazione, montaggio, installazione e lo smaltimento);
– l’utilizzo di materiali naturali, riciclabili e/o riciclati;
– l’ottimizzazione e valorizzazione della risorsa acqua.
In particolare, nell’ottica di un approccio ecosistemico per la gestione delle acque meteoriche e al fine di ridurre il consumo di suolo, sono adoperate delle soluzioni ecosostenibili sia nella progettazione della careggiata, che degli stalli e dei percorsi pedonali: la superficie carrabile destinata al transito e alla sosta dei veicoli presenta una finitura con tappeto stradale ecocompatibile drenante, mentre i percorsi pedonali sono realizzati con pavimentazione autobloccante drenante.
In un’ottica più generale si rappresenta come l’approccio progettuale alla definizione del presente intervento sia fondato su un concetto di rete, finalizzato a creare legami nuovi e trasversali nella crescita della città.
La riqualificazione delle infrastrutture in oggetto e la rifunzionalizzazione delle aree pubbliche, infatti, avrà risvolti immediati sulla rigenerazione del tessuto urbano anche dal punto di vista socioeconomico.
Facendo coesistere aspetti funzionali e sociali le attività vengono integrate in maniera da convivere simultaneamente all’interno di una logica progettuale plurifunzionale, dove la relazione tra vita pubblica, sociale e lavorativa e quella privata acquistano nuove conformazioni, indipendenti dal luogo e legate piuttosto ai nuovi modi di usare lo spazio.
La riqualificazione delle infrastrutture in oggetto, la rifunzionalizzazione di piazza Aldo Moro, Piazza Risorgimento e le aree antistanti il polo scolastico, contribuiranno a rendere il Centro Antico non più come un’isola a sé stante ma bensì come fulcro della nuova identità culturale e architettonica della comunità, tornando ad essere un luogo “vivente”, centro non solo dal punto di vista storico e morfologico, ma anche sociale.
L’inserimento di nuove alberature e la sostituzione di quelle ammalate, produrrà una nuova visione delle strade e delle piazze, dando a queste un’area al contempo di passeggiata naturalistica pur mantenendo una visione mediterranea dei luoghi.
Il presente progetto di riqualificazione, che coinvolge le più importanti arterie della viabilità cittadina, assi storici di accesso alla città e di collegamento con i comuni limitrofi va contestualizzato anche ad una scala di osservazione più ampia. Cellamare, infatti, rappresenta un luogo strategico all’interno della Città Metropolitana di Bari in quanto è immerso nella campagna ma a pochi minuti dal capoluogo; è un piccolo centro nel quale la riqualificazione delle strade principali e la valorizzazione del caratteristico centro storico e della produzione agroalimentare che lo caratterizza rappresenta un volano di crescita per il tessuto socio economico locale che favorisce lo sviluppo di un ecosistema turistico-culturale-abitativo.
Gli interventi proposti mirano, dunque, a soluzioni durevoli per la rigenerazione del tessuto socioeconomico, il miglioramento della coesione sociale, l’arricchimento culturale, la qualità dei manufatti, dei luoghi e della vita dei cittadini, in un’ottica di innovazione e sostenibilità, con particolare attenzione a quella economica e ambientale, senza consumo di nuovo suolo.
Gli interventi assicurano la prossimità dei servizi, puntando a potenziare i legami di vicinato e inclusione sociale.
L’intervento in oggetto, inoltre, si pone in linea con i progetti che la Città Metropolitana di Bari intende presentare come Piani Urbani Integrati (decreto del Ministero dell’Interno del 6 dicembre 2021). In particolare, il Comune di Cellamare intende inserire l’intervento di riqualificazione del centro storico nel più ampio percorso individuato tra i Comuni che fanno parte dell’associazione “Cuore della Puglia”, al fine di valorizzarne l’identità attraverso iniziative ed interventi volti alla rivitalizzazione economica e culturale oltre che al potenziamento dell’accessibilità dei luoghi storici e identitari della città.
In conclusione si può dunque affermare che l’intervento in oggetto consentirà, in tal modo, di attivare processi di:
– riqualificazione di un’area nevralgica del territorio del comune di Cellamare, punto di snodo tra le più importanti arterie della viabilità cittadina;
– massimizzazione della fruibilità e dell’accessibilità dei percorsi nonché della sicurezza da parte degli utenti (automobilisti e pedoni);
– miglioramento della dotazione di servizi e delle infrastrutture urbane e locali;
– valorizzazione dello spazio urbano in modo che diventi elemento catalizzatore della città;
– riqualificazione fisica, estetico funzionale e paesaggistica dell’area (arredo urbano – sistema del verde e della naturalità – continuità del sistema ecologico);
– riduzione del consumo di suolo (disimpermeabilizzazione delle superfici – risparmio energetico e recupero acque piovane).
– rifunzionalizzazione di aree, spazi e immobili pubblici e privati anche attraverso la rigenerazione del tessuto urbano e socioeconomico e l’uso temporaneo;
– individuazione e utilizzo di modelli e strumenti innovativi di gestione, inclusione sociale e welfare urbano nonché di processi partecipativi;
– “mixitè sociale”, intesa quale categoria di azione pubblica delle politiche urbane che funge da antidoto ai processi di segregazione e valorizza la prossimità sociale tra gruppi eterogenei;